Alle origini della seconda guerra mondiale?

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alle origini della seconda guerra mondiale 1933
Copertina del testo recensito

Il lungo inverno del 1933

Si tratta di un testo storico di Paul Jankoswki dell’editore Laterza: Il lungo inverno del 1933.  (https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858124482). In particolare l’edizione italiana è del 2021. Il testo originale è dell’anno precedente 2020. Dopo un anno esiste la traduzione in italiano. Sembra, quindi, che questo professore, per noi, illustre sconosciuto, abbia un’influenza notevole. Evidentemente siamo di fronte ad uno storico di una certa rilevanza. Leggendo il libro, in effetti, si può notare subito un notevole approfondimento e uno sviluppo particolareggiato, molto particolareggiato, di un anno cruciale. (Alle origini della seconda guerra mondiale)

Cosa tratta in grandi linee alle origini della seconda guerra mondiale

Lungo tutto il libro di circa 367 pagine, escluse le note e altro, si descrive l’anno tra la fine del 1932 e la fine del 1933. Jankoswki tratteggia la storia di alcuni paesi: soprattutto quelli occidentali, del Giappone e dell’Unione Sovietica, e di rimando di altri paesi. Descritte le loro vicende interne. Prende in considerazione le iniziative e le dichiarazioni di alcuni dei personaggi più influenti di quel periodo. Prende in considerazione le iniziative e le dichiarazioni di alcuni dei personaggi più influenti di quel periodo. (Alle origini della seconda guerra mondiale)

Lo scopo (Alle origini della seconda guerra mondiale)

Ma quale è lo scopo di questo libro? Forse è scoprire se tutte le nazioni sono state più o meno responsabili del conflitto, chi in modo “passivo”, chi in modo “attivo”. Forse l’intenzione è quella di analizzare quell’anno cruciale, determinante, secondo l’autore, per gli anni successivi.  Sicuramente nulla è ineluttabile, tutto è modificabile ma sicuramente ci sono dei fattori strutturali che prescindono le singole volontà. Abbiamo ricavato da questo testo molte notizie specifiche importanti. Molte delle informazioni scritte erano sconosciute a noi e, forse, alla stragrande maggior parte della popolazione mondiale. Non siamo in grado di effettuare una ricerca per verificarne la veridicità di ognuna. Siamo poco o per nulla interessati a farlo in questa breve recensione. Non possiamo far altro che fidarci per le questioni specifiche. (Alle origini della seconda guerra mondiale)

Descrizione

La bibliografia del libro è vastissima, quasi 20 pagine fittissime di testi. Riviste, giornali, memorie, diari, lettere, pubblicazioni ufficiali , commenti e analisi di contemporanei, opere teatrali, letterarie e film sono le fonti primarie. Le fonti archivistiche inedite sono divise per paesi di provenienza (esclusivamente Francesi, inglesi, americane e della Società delle Nazioni); segue infine una lista di fonti secondarie. C’è una netta divisione fra chi è responsabile della guerra. Così ritiene l’autore. Un altra parte delle nazioni non è responsabile direttamente delle aggressioni di guerra, solo indirettamente. Tagliamo con l’accetta. Gli Stati Uniti, per esempio, sono  isolazionisti secondo l’autore; la Gran Bretagna un paese che si ritira nei suoi confini territoriali e coloniali; la Francia è una nazioni “incapace”. Nella sostanza si ritiene questi tre paesi non responsabili direttamente della guerra (Alle origini della seconda guerra mondiale). Un testo da leggere per chi vuole conoscere la successione di alcuni eventi particolari di un anno cruciale per il professore che lo ha scritto.

Forse erano altre

La prima guerra mondiale ha avuto un evento senza uguali nella storia moderna e contemporanea, senza eguali dopo la rivoluzione francese: la rivoluzione russa, la talpa che scavava. Il fantasma che si aggirava ben oltre l’Europa. La seconda guerra mondiale era allora la prosecuzione della prima guerra mondiale le cui ragioni sono più profonde. Neppure noi in queste brevi note, possiamo chiarirle come meritano. Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti si contendevano il dominio economico e militare del mondo; la Francia che si era espansa con le sue colonie, l’Italia  tentava di farlo, il Giappone aveva mire nell’estremo oriente. La Germania non aveva abbastanza colonie da cui ricevere risorse  materiali ed umane semi gratuite. Mentre la Gran Bretagna aveva dominato il mondo nell’ultimo secolo e gli Stati Uniti usavano una forza lavoro numerosa bianca e nera. Lo scontro fra grandi potenze è quello che appare. Dietro stanno determinanti relative ai problemi di accumulazione dei diversi capitali che si scontravano.

Chi vinse, perché era democratico?

La tesi che va per la maggiore è che vinsero gli stati democratici contro gli stati dittatoriali perché moralmente più forti, perché appunto democratici. Di fatto vinse un paese, gli Stati Uniti, che aveva risorse molto più ingenti degli altri. Aveva un apparato industriale e militare nettamente predominante rispetto ad altri singoli paesi, una estensione territoriale che si espandeva verso due grandi Oceani. Nessun altro paese aveva le condizioni per sostituire quello che fino ad allora aveva dominato il mondo, gli oceani. La tesi della democrazia come sistema superiore è anche oggi predominante in Occidente, chiaramente. Non perché siano migliori le altre nazioni che non hanno un sistema costituzionale democratico. In un altro articolo affrontiamo brevemente questa questione: Civiltà europea.

I particolari

Nel testo che stiamo recensendo ci sono una infinita successione di particolari. Per esempio all’inizio del capitolo 5 leggiamo: “Il governatore Franklin Delano Roosevelt votò a casa sua, a Hyde Park, prima di scendere in città per attendere i risultati negli uffici del Partito democratico, all’Hotel Biltmore. All’Interno , i militanti affollavano i corridoi, mentre fuori, in un’atmosfera eccitata, stazionò fino a notte tarda una folla brulicante.” Particolari che hanno per noi poco significato, ma che, per l’insieme del racconto storico, rappresentano un continuum descrivendo, cosa stava accadendo: negli Stati Uniti le elezioni; in Russia la celebrazione dell’anniversario della rivoluzione russa e in Germania le elezioni vinte dal nazismo. In questo modo si descrivono i particolari di fatti di tanti altri paesi.

Fattori essenziali e fattori secondari

Essi servono a completare il quadro dei grandi avvenimenti che ruotano quasi tutti  sulle trattative riguardanti le spartizioni territoriali, la questione degli armamenti, i debiti di guerra e altri ancora che sono fra le cause della guerra.  Sono, però, conseguenza di fattori ancora più rilevanti. Evidentemente è un testo da leggere per capire il senso dei particolari descritti distinguendo fra fattori essenziali e fattori secondari, tutti legati fra loro. Secondo noi, prendendo per veri tutti i fatti descritti, le ragioni della seconda guerra mondiale non appartengono ad un mutamento di situazione complessiva di un anno, che sicuramente ha contato. Bisogna trovarle nell’analisi dello scontro di grandi capitali nazionali che hanno bisogno continuo di espandersi e che cozzano fra loro finché uno predomina sull’altro. Predomina con la forza della sua economia, del suo capitale finanziario e industriale e commerciale, della sua capacità complessiva economico-militare, della compattezza e centralizzazione del suo stato. Tutti sono consapevoli che gli Stati Uniti hanno dominato il mondo dopo la seconda guerra mondiale. Oggi questo dominio viene messo in crisi dall’espandersi di una nuova forza economica: la Cina. Ma dietro l’angolo c’è un il solito fantasma, la solita talpa che ben scava.

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