Contro lo sport

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Contro lo sport (uguale pericolo)

Contro lo sport è un libro di cui vi presentiamo una breve recensione. Potremmo tradurlo anche in Sport uguale pericolo. Si tratta di un testo di Bruno Ballardini ed è pubblicato da Baldini e Castaldi. Si tratta di un libro del 2016 che in tempi di esplosione degli sport non è ben considerato. Eppure vi sono una serie di verità inconfutabili. Il sottotitolo è “A favore dell’ozio” e la recensione ufficiale è: https://www.baldinicastoldi.it/libri/contro-lo-sport/. 

Sport non fa per tutti. Non fa per nessuno.

Il libro si apre con una citazione di Mino Maccari: “Lo sport è l’unica cosa intelligente che possono fare gli imbecilli”.  Innanzitutto, però, l’autore definisce di “cosa parliamo quando parliamo di sport”. Si affronta il dilettantismo, alcune falsità e miti come la frase che non è di De Coubertin: “importante non è vincere, ma partecipare”, oppure la frase latina completamente stravolta di Giovenale: “(Orandum est ut sit) mens sana in corpore sano”. Se la si legge tutta assume completamente un altro significato ( https://it.wikipedia.org/wiki/Mens_sana_in_corpore_sano ). L’autore del libro si dedica ad analizzare come non è detto che ci sia corpo sano in mente sana e a vedere come lo sport non provochi nemmeno un corpo sano, anzi. Sport uguale pericolo. Dimostra come lo sport, la competizione, l’agonismo abbia in se, non potenzialmente, ma di fatto dei pericoli enormi per il corpo e per la mente. Il libro vuole dimostrare come non ci sia una mens sana nel fare sport, anzi. Tanto meno un corpore sano. Si parla anche del narcisismo di massa legato allo sport e del diritto all’ozio, che non vuol dire non fare alcuna attività del corpo.

L’ozio

Il capitolo è dedicato in parte ad un autore Paul Lafarge che ha scritto un libro “il diritto all’ozio” per una nuova visione della vita e del tempo libero: https://www.garzanti.it/libri/paul-lafargue-il-diritto-allozio-9788811604396/. Purtroppo questa nostra breve recensione non rende onore al libro di cui stiamo trattando, perché esso è interessante sia per la sua opera di demistificazione e di notizie e riflessioni che si svolgono sullo sport. Allora leggetelo.  Se si imparasse a percepire il proprio corpo tramite il corpo degli altri si percepirebbe anche la vacuità dello sport. Si tratta di una percezione non in senso metafisico, ma in senso sociale e ambientale, cioè ascoltando gli altri e la natura, le assurdità di una società non collaborativa, ma competitiva, in cui questo valore è il termine di paragone principale.

Concorrenza (sport uguale pericolo)

La concorrenza, la competizione è il principio vitale di questa società (e lo sport ne è solo una parte), il contrario di quello che bisognerebbe insegnare e vivere. Per una società che vuole una pace fatta di uguaglianza e secondo un principio basilare: ad ognuno secondo i suoi bisogni, da ognuno secondo le sue capacità. Da un punto di vista personale si può approfondire l’aspetto dell’ascolto del mondo intorno a noi leggendo il testo di Jon Kabat Zinn “Riprendere i sensi” (  https://www.tealibri.it/libri/riprendere-i-sensi-9788850216208  oppure la nostra recensione Riprendere i sensi ). Questo testo ha dei limiti abbastanza profondi nel basarsi su una pratica personale. Come se si raggiungesse la guarigione di se stessi e del mondo partendo da se stessi. Se e quando la società ha potuto mettere in piedi situazioni di progresso è stato in alcuni momenti precisi. Per esempio quando si è messo in piedi una soluzione per l’umanità. la rivoluzione che ha coinvolto milioni di persone nell’impero romano con il cristianesimo.

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