Occupazione e violenza: Gaza un libro, una frustata

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Recensiamo qui di seguito un testo su Gaza, intitolato “Gaza e l’industria israeliana della violenza” di Bartolomei E., Carminati D., Tradardi A. (https://deriveapprodi.com/libro/gaza-e-lindustria-israeliana-della-violenza/). Il testo brevemente riassume la fuga dei contadini e pastori palestinesi verso la striscia di Gaza. Questo dopo l’occupazione e l’invasione israeliana sostenuta ed alimentata militarmente da Francia e Inghilterra. Decine e decine di migliaia di palestinesi in fuga rinchiusi in questa striscia confinante: per la maggior parte con il territorio invaso da Israele a nord e a Est. A sud, una piccola parte confina con l’Egitto. A ovest c’è il mare Mediterraneo. Il testo non si occupa di ricostruire la storia di questa occupazione. Per vedere questo si può consultare interamente su internet il testo sulla formazione di stati e le lotte sociali in Medio Oriente. (occupazione e violenza)

Gaza occupazione e violenza
Occupazione e violenza Gaza e l’industria israeliana della violenza

Non si occupa nemmeno dell’attualità di questi giorni con i bombardamenti a tappeto israeliani (vedi:   )

Si tratta, invece di un testo che descrive la violenza che i palestinesi hanno “subito” e a cui hanno fortemente reagito. A pagina 87 e nelle successive si fa menzione dei rapporti del PCHR, il Palestinian Centre for Human Rights. Impressionante la descrizione della settimana dal 24 al 30 dicembre 2004. Subito dopo vengono descritte le nove operazioni militari israeliane ( Rainbow, Days of Penitence, First Rains, Summer Rains e così via) dal 2004 al 2014. Il testo si chiede “perché tutto questo?”, “perché Israele continua a godere della immunità e dell’impunità totali? Perché il mondo occidentale non è solo un complice, ma un alleato attivo di Israele?” Dopo avere visto come Israele sia stata una creazione Occidentale. Si intravede fra le righe come forse non sono solo alleati, ma mandanti di questo Stato. (occupazione e violenza)

La violenza e la resistenza

Il testo è corposo e comprende varie e dettagliate analisi di altri aspetti che qui non tratteremo. Un libro denso di particolari sulla violenza: la “violenza genocida”, “la violenza della menzogna”, “la violenza concentrazionaria”, “l’industria della violenza”. E ancora: “l’esportazione della violenza”, “la violenza della ricostruzione”, “Gaza e il piano di destabilizzazione  e di frammentazione del medio oriente”.

L’ultimo capitolo è dedicato alla resistenza palestinese. Si desume anche che tale enorme violenza è dovuta alla capacità immane di lottare da parte dei palestinesi che non si arrendono, non vogliono piegare la testa. Sono un popolo fiero. Jean-Moise Braitberg, scrittore ebreo scrive che dopo l’Operazione Piombo Fuso vuole che sia cancellato il nome di suo nonno da un memoriale israeliano vittime del nazismo, perché quello “che è accaduto a Gaza e, più in generale, la sorte imposta da sessant’anni al popolo arabo in Palestina squalifica ai miei occhi Israele come centro della memoria del male fatto agli ebrei e, quindi, a tutta l’umanità.”

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